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Il principio della individualizzazione, Dott. Stefano Cattinelli

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rita52
view post Posted on 26/11/2012, 12:50





Dott. Stefano Cattinelli: Il principio della individualizzazione


"Credo che nonostante la palese assurdità, la vita abbia nondimeno un senso;
io mi rassegno a non poter comprendere questo senso supremo con l’intelletto,
ma sono pronto a servirlo, dovessi anche per questo sacrificare me stesso."

Hermann Hesse


Nel leggere la storia evolutiva del regno animale, si possono riscontrare alcuni notevoli ed importanti parallelismi con la storia evolutiva di ogni essere umano.

Eventi come la nascita, la morte, il parto, l’allattamento e l’accudimento della prole ci accomunano di fatto al regno animale.

Per migliaia di anni l’uomo e gli animali hanno vissuto le medesime esperienze.

Ma all’interno della ripetizione ciclica di tali eventi, esiste un tipo di esperienza interiore unica che rappresenta il momento più saliente di tutto il percorso di crescita umano e che caratterizza l’Uomo nell’intera sua esistenza.

Tale esperienza interiore è rappresentata dall’autoconsapevolezza di essere un individuo; un individuo in grado di creare la propria esistenza in maniera autonoma.

Tale processo prende il nome di individualizzazione, e di fatto, nel bene e nel male, rappresenta il punto centrale della vita di ogni essere umano.

La prima percezione di queste potenzialità interiori nacquero in me all’età di 16 anni, (eravamo attorno agli anni 80) quando la mia famiglia mi offrì l’opportunità di studiare una seconda lingua straniera.

La signora che mi dava ripetizioni di tedesco una volta alla settimana, aveva dei conoscenti, a Bonn, i quali avevano dei figli della mia età. Il mare e il clima italiano, considerati da sempre delle panacee per la gente del nord, catalizzarono questo scambio interculturale tra le due famiglie offrendo anche a me la possibilità di esplorare nuovi orizzonti.

Per i successivi anni a venire i miei viaggi europei continuarono e la necessità interiore di lasciare definitivamente l’ambito famigliare coincise con la scelta di seguire una facoltà (veterinaria) che non rientrava nell’elenco delle numerose discipline offerte dall’ateneo cittadino.

Fu dunque il semplice e definitivo attraversamento di una porta, quella della casa dove ero nato, a permettere al mio essere di vivere e sperimentare realtà e situazioni diverse da quelle alle quali ero stato abituato nella prima parte della mia esistenza.

Allo stesso modo, nel passare dallo stato selvatico a quello domestico, fu dunque il semplice e definitivo attraversamento di una porta a permettere all’anima animale di vivere e sperimentare realtà e situazioni diverse da quelle alle quali era stata abituata nella prima parte della sua esperienza terrena.

Fondamentalmente una necessità interiore di sperimentare maggiormente nel dettaglio quella potenzialità che il piano della Vita le avevo fornito come bagaglio di partenza.

E in tal senso solo quegli animali che possedevano una struttura neurobiologica adeguata erano in grado di poter vivere il più pienamente possibile tale esperienza; quindi non tanto rettili e anfibi, quanto piuttosto mammiferi, in particolare mammiferi predatori come il cane e il gatto, i quali già per natura erano all’apice dell’intero ecosistema.

Ed è per questo che un po’ alla volta questi animali sono entrati nelle case di migliaia e migliaia di persone, perché a loro, a questa parte della complessiva anima animale che governa sull’intero regno animale, è stato richiesto di fare un tipo di esperienza un po’ “diversa” da quella alla quale erano precedentemente abituati.

Quelle “porte di uscita” attraverso le quali sono sgusciati certi tipi di animali abbandonando definitivamente ineluttabilità delle dinamiche della Natura, si sono trasformate ben presto in “porte d’entrata” verso un mondo, quello umano, che dal punto di vista emozionale era sicuramente molto più complesso e articolato.

Ma non era proprio questo che cercava di sperimentare l’anima animale quando ha scelto di affiancare all’umanità delle frazioni di se stessa che potessero vivere i presupposti di un mutamento interiore?

Non era proprio nel confronto con una maggiore complessità emozionale che cercava di emanciparsi da quegli istinti che l’avevano limitata per milioni di anni?

Ecco dunque descritta in questa immagine, quello che io vedo ogni giorno nel mio ambulatorio.

Non solo cani o gatti, avvolti da una morbida pelliccia, che con le loro quattro zampe, con una coda che si muove avanti e indietro, per felicità o per nervosismo, affidano a me la risoluzione di quello che accade al loro fisico, quanto piuttosto scintille spirituali, legate solo parzialmente alla loro anima di gruppo, le quali cercano, meglio che possono, di imparare la complessità emozionale del nuovo mondo umano, nel quale, per amore dell’intera evoluzione, gli viene richiesto di vivere.

Né più né meno di quello che accade a noi quando, per amore dell’evoluzione personale, prima o poi, siamo costretti ad abbandonare la casa dell’infanzia per esplorare il nuovo mondo della società lavorativa e affettiva, campo di battaglia necessario per una armoniosa crescita interiore.

Dobbiamo dunque renderci conto che quando accogliamo in casa un animale non diventiamo semplicemente il suo punto di riferimento fisico, inteso come persona che lo sostiene esclusivamente dal punto di vista fisico attraverso la somministrazione di cibo o la possibilità di svolgere una adeguata attività fisica.

Fornire una adeguata alimentazione e una sufficiente libertà di movimento è veramente il minimo che si possa fare nei confronti dell’animale con il quale abbiamo deciso di trascorrere un pezzo della nostra vita. Ma se veramente vogliamo accogliere l’esperienza che l’animale vive nella sua interezza, dobbiamo necessariamente rivolgere il nostro sguardo verso una dimensione che tenga conto anche dell’aspetto spirituale e cioè di quelle leggi che governano l’intero cosmo.

Leggi che riguardano tanto l’Uomo, quanto il regno animale, che quello vegetale e quello minerale.

Leggi eterne; immutabili, che oltrepassano il tempo e lo spazio.

Gli animali sono dunque esseri dotati di un anima che segue le leggi spirituali del divenire cosmico.

Alcuni animali in particolare, incarnano la possibilità che questa anima acceda ad esperienze di vita che la aiutino a crescere.

Questi animali sono il cane e il gatto; essi sono dunque esseri animico spirituali (spirituali perché fanno parte anch’essi del percorso evolutivo dell’intero cosmo) ai quali l’evoluzione spirituale, il grande piano della Vita, ha affidato un ruolo ben preciso.
Ruolo che ha dovuto necessariamente seguire il percorso evolutivo dell’intera umanità.
Ruolo, dunque, che ha dovuto adattarsi al mutare degli eventi.
Ruolo che ci viene chiesto più che mai al giorno d’oggi di riconoscere per creare un mondo migliore.
Per noi e per loro.


Lumen maggio 2006

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